Nasce in Finlandia il primo deposito permanente dove le aziende nazionali e quelle di altri Paesi che possiedono reattori nucleari potranno stipare le pericolose scorie che, diversamente, per esser gestite o “smaltite”, richiederebbero ingenti capitali e centinaia se non migliaia di anni. L’impianto, situato in un’isola al largo della costa occidentale, si sviluppa verticalmente, fino a raggiungere i 430 metri di profondità, 420 dei quali sotto il livello del mare. Annunciato pochi anni dopo il 2000, quello che inizialmente era soltanto un ambizioso progetto sembra esser ora diventato operativo, e pronto ad accogliere i pericolosi rifiuti provenienti da tutto il pianeta. La struttura, fa sapere il geologo Antti Mustonen, si trova sotto le foreste di Olkiluoto, un'isola al largo della costa occidentale della Finlandia. Onkalo, questo il nome dato all’impianto di stoccaggio, termine finlandese traducibile in "cavità" o "pozzo", è il primo del suo genere. Tutti i tunnel hanno pareti rinforzate con cemento, perché i crolli devono esser assolutamente evitati. Chi avrà necessità di “liberarsi” delle barre di combustibile esaurite, diventate inutili nei reattori e dunque complicate da gestire, potrà portarle in questo luogo isolato.
Dopo l'arrivo a Onkalo, il combustibile esaurito verrebbe “disimballato” in un impianto di incapsulamento, all’interno di una stanza in acciaio inossidabile circondata da pareti di cemento spesse poco meno di un metro e mezzo. A questo punto dei robot aspirerebbero l'acqua residua ancora presente sulle barre di combustibile e le sigilleranno all'interno di un contenitore di ghisa annidato all'interno di un contenitore di rame. Tra i due contenitori verrebbe inoltre iniettato dell'argon, così da fornire un'atmosfera inerte. Dopo esser state riposte all’interno di fusti di rame, sigillati con speciali saldature, le barre verrebbero trasportate in profondità attraverso enormi ascensori. A questo punto dei veicoli robotici a guida remota avrebbero il compito di portarle verso la loro destinazione finale, una delle tante gallerie ceche scavate nella dura roccia. Ognuno di questi tunnel può ovviamente ospitare più fusti di rame, mediamente dai 30 ai 40. Una volta raggiunta la capienza massima gli eventuali spazi vuoti tra le pareti e i fusti vengono riempiti con bentonite, un minerale argilloso, capace di assorbire e trattenere qualsiasi tipo di liquido, composto per lo più da montmorillonite, calcio o sodio. Lo stesso materiale verrà apposto in fine anche all’ingresso della galleria, così da sigillarne il letale contenuto, almeno per i successivi 100mila anni.
La Finlandia intende usufruire lei stessa, per prima, delle gallerie di Olkiluoto. Nell’isola, infatti, si trovano 2 dei suoi 4 reattori nucleari, perché il Paese crede in questa energia. E pur di continuare ad usarla a fatto moltissime pressioni sull’Unione Europea, così che potesse rientrare tra quelle “definite” sostenibili, al pari di eolico e fotovoltaico. L’obiettivo del governo è quello di liberarsi totalmente dalla catena che ancora oggi la lega al petrolio, e in un futuro non lontano riuscirà a farlo, con il nucleare, nonostante i potenziali rischi.
Secondo gli scienziati finlandesi lo stoccaggio nel sottosuolo rappresenta attualmente la scelta migliore. A differenza dello stoccaggio di superficie, infatti, quello all’interno di profonde miniere sarà in grado di scongiurare incidenti, danni causati da negligenza e perdite: o forse è più probabile che stando all’interno di tunnel sigillati, non più ispezionabili, non ci si renda semplicemente conto dell’eventuale emergenza. E che l’idea sia folle lo pensano in tanti. Budhi Sagar, esperto nucleare in precedenza in forze presso il Southwest Research Institute ritiene che l’idea del deposito finlandese sia semplicemente folle: "Non è sicuro, accadrà qualche disastro". E lui ha già visto qualcosa del genere presso il sito Hanford del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti (DOE), nello stato di Washington, dove i reattori hanno prodotto plutonio per le prime armi nucleari. Anche in quel caso si scelse di conservare i fusti nel sottosuolo, ed oggi le acque sotterranee risultano esser contaminate…
Servono, evidenziano altri addetti ai lavori, soluzioni a lungo termine, e non soltanto per una questione meramente legata alla sicurezza, ma banalmente perché con il passare degli anni, e dei decenni, i rifiuti si accumulano. Soltanto nel 2019 la Finlandia ha prodotto circa 2.300 tonnellate di scorie, i tunnel, prima o poi, saranno pieni e l’idea di nascondere la polvere sotto il tappetto non basterà più a tener viva l’illusione di una soluzione efficiente. Nel mondo, stima l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, esistono una infinità di impianti di stoccaggio classificati come “provvisori”, e questi contengono allo stato attuale oltre 260mila tonnellate di combustibile esaurito. Le “soluzioni” che oggi si presentano al mondo, forse più per avere il consenso popolare per la costruzione di nuove centrali nucleari, sono dei pagherò che lasciamo ai nostri figli. "Secondo me - spiega Tom Isaacs, consulente strategico per l'Organizzazione canadese per la gestione dei rifiuti nucleari (NWMO) e anche per la Edison della California meridionale - questa è un'eredità inaccettabile da lasciare alle generazioni future”.
Molte delle persone che sostengono il nucleare lo fanno spesso nella convinzione che la costruzione di un ipotetico impianto, o deposito scorie, debba poi sorgere lontano dalla propria casa, e infatti nel mondo i governi che hanno dovuto affrontare l’opposizione delle comunità ormai non si contano. La stessa Francia, su questo fronte, ha più volte dovuto fare i conti con il dissenso popolare. Allo stesso modo gli Stati Uniti, che hanno visto affondare il progetto per la realizzazione del deposito nazionale al Yucca Mountain, in Nevada. In Finlandia l’approccio è stato diverso. Il governo ha sostenuto i residenti di Eurajoki, la città più vicina a Onkalo, e dunque anche ai vicini reattori, rendendoli economicamente partecipi. Hanno accettato il rischio in cambio del benessere economico. "Quasi tutti a Eurajoki hanno un amico o un parente che lavora o ha lavorato nelle centrali nucleari - afferma Janne Mokka, CEO di Posiva, società operante nel settore delle scorie nucleari che ha poi preso parte allo sviluppo dell progetto Onkalo -, quindi sanno come operiamo".
Il favore ottenuto per l’avvio del deposito sotterraneo è tuttavia figlio della cultura finlandese. L’alta fiducia nelle istituzioni, il coinvolgimento della comunità e la legalità diffusa hanno gettato delle robuste basi che hanno consentito alle istituzioni di portare avanti un piano che dovrà esser gestito con la massima precisione e serietà. La stessa realizzazione dell’impianto ha richiesto decenni di studi. La Posiva ha avviato la ricerca di un sito ideale nel lontano 1990. Dopo aver studiato decine di aree ne ha selezionato quattro con caratteristiche geologiche differenti. La scelta finale è ricaduta poi su Olkiluoto e l'area intorno alla città di Loviisa. Secondo i geologi il substrato roccioso di Onkalo ha caratteristiche uniche al mondo: negli ultimi miliardi di anni è infatti rimasto “per lo più stabile”. Dei terremoti ci sono stati, sia chiaro, ma risalgono alla fine dell'ultima era glaciale, come conseguenza allo scioglimento dei ghiacci. Anche il sottosuolo è speciale. Il substrato roccioso che si trova a Onkalo è composto quasi interamente da gneiss, una pietra durissima - pressoché impermeabile - formatasi 2 miliardi di anni fa a temperature e pressioni elevate.
Se l'acqua fosse in qualche modo in grado di penetrare all’interno del deposito dovrebbe comunque superare la dura roccia, la bentonite e, prima di raggiungere il combustibile esausto, anche il rame. "Mai fare affidamento su un’unica barriera - spiega Emily Stein, geologo presso il Sandia National Laboratories del DOE -. Se una barriera fallisse vi sarebbero altre barriere che possono ridurre al minimo (o prevenire) il rilascio di radionuclidi". Ma non tutti sembrano concordare con la tesi che ritiene questo sistema infallibile,
L’umidità, i microbi e la stessa radioattività, potrebbero alterare le condizioni dei contenitori, e la stessa Posiva riconosce il rischio: ma i fusti potrebbero esser garantiti per oltre 100mila anni, giusto il tempo necessario a rendere innocue le scorie. E se tutte le barriere dovessero inspiegabilmente fallire prima del previsto? La fuga dei rifiuti sarebbe inevitabile e ciò che per tanto tempo era diventato apparentemente “invisibile” diverrebbe una minaccia per flora, fauna e ovviamente per le comunità residenti nell’area. La Radiation and Nuclear Safety Authority (STUK) ritiene però che si possa star tranquilli anche in caso di perdite accidentali. Nella ipotesi peggiore l'impatto della fuoriuscita di radionuclidi sarebbe minimo. Per le persone che vivono vicino al deposito, come anche per quelle che bevono acqua contaminata proveniente da pozzi profondi, l’esposizione sarebbe più o meno equivalente alle radiazioni di fondo che un qualsiasi essere vivente sperimenta oggi in Finlandia.
La Finnish Association for Nature Conservation, associazione finlandese per la conservazione della natura (FANC) si dice tuttavia preoccupata, e cita il geologo in pensione Matti Saarnisto, ex direttore della ricerca per il Geological Survey of Finland, che ritiene imminente l’arrivo di una nuova era glaciale, capace di alterare la pressione nel sottosuolo e danneggiare il deposito. Secondo Saarnisto, in ogni caso, sarebbe esageratamente “audace” fare previsioni su una scala temporale di 100mila anni. Anche Jari Natunen, scienziato del FANC, si dice preoccupato. La famosa legalità diffusa della quale abbiamo parlato inizialmente, infatti, è soltanto un vecchio vessillo della Finladia. Natunen, anche membro del Nuclear Transparency Watch, denuncia l’esistenza di un rapporto troppo “intimo” tra industria e autorità di regolamentazione, oltre che una forma di "corruzione strutturale".
Comunque sia il progetto Onkalo va avanti. Posiva, che ha richiesto al governo l’ok per l’avvio delle operazioni, potrebbe iniziare a tumulare fusti già nel 2024. Lo spazio attualmente disponibile consentirebbero alla società di immagazzinare scorie almeno fino al 2120, strada facendo si dovranno pertanto scavare ulteriori gallerie.