Case compostabili, arniche che salvano la montagna, foreste di comunità e altre buone idee per il nostro Pianeta
Piccole e grandi imprese che funzionano e fanno bene all'ambiente: sì, è possibile. Ecco 10 idee di green economy che si prendono cura del nostro Pianeta.
«La natura è talmente perfetta che non c’è bisogno di inventarsi nulla». Ne è convinto Giovanni Monfredini, agronomo, che alle porte di Bergamo ha aperto il vivaio Botanika Fiori Selvatici. Qui coltiva trecento specie della flora italiana adatte ai giardini naturali, disincentivandone la raccolta. «Ci sono piante autoctone bellissime per ogni condizione di clima e di suolo, l’importante è sceglierle bene in base a dove le vogliamo collocare. Così facendo, queste specie frugali diventano autonome e si diffondono, incrementando la biodiversità del terreno», afferma. Tra le sue preferite, Linaria vulgaris, dei luoghi ruderali asciutti, che sembra una bocca di leone gialla ed è riccha di nettare, e Silene dioica, rosa, per i prati naturali. Per facilitare la scelta, il catalogo online è ordinato per ambienti, dal sottobosco ombroso, alle piante da muretti a secco. fiorispontanei.it
Antonio Salvatore, titolare dell’innovativo studio di architettura Laboratorio Terra Terra di Torino, progetta e realizza edifici secondo i dettami dell’arcologia, disciplina che unisce le competenze di architettura ed ecologia. «Sono abitazioni o uffici con elevato comfort termico e ridottissimo inquinamento negli interni; li costruiamo a filiera corta con materiali reperibili in loco, preparati in cantiere e compostabili a fine vita. Inoltre, la coibentazione naturale garantisce il minimo consumo di energia», spiega l’architetto. I principi costruttivi sono quelli delle case naturali, che hanno alle spalle una tradizione millenaria, mentre tecnologie e materiali sono stati attualizzati. Le emissioni di CO2 e l’impatto ambientale risultano così bassissimi. laboratorio.terraterra@gmail.com
Sostenitori del non uso di pesticidi in giardino, l’interprete belga Didier Otte e sua moglie Nuccia hanno adottato le coccinelle al posto degli spray. «Dopo averle provate sui nostri fiori, abbiamo deciso di vendere al pubblico italiano le Adalia bipunctata allevate in Belgio. Appartenendo a una specie europea, queste coccinelle possono essere rilasciate nell’ambiente, a differenza di altri insetti per la lotta biologica da impiegare solo nelle serre. Sono rosse con due punti neri o viceversa, e sia gli adulti sia le loro larve sono ghiotti di afidi. Quando compaiono i primi parassiti, si ordinano le larve e poi si collocano sui boccioli attaccati. Per una pianta di rose ne servono una decina circa», spiega Otte (100 costano 25 euro). In vendita, anche il kit per bambini Cocoon, e quello di allevamento per i genitori, Coccìfarm. coccicoccinella.it
Questo progetto di agricoltura biologica pioniera si chiama ArMo1991 e produce Arnica montana a 1.991 metri di altitudine: un ettaro e mezzo di terreni tra i pascoli di Piancavallo (PN), su suoli calcarei dove in passato si praticava l’alpeggio. La pianta è rinomata per le sue proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, ma sulle Alpi è ormai rara e minacciata d’estinzione, tanto che la sua raccolta è vietata. «Eppure, la sua coltivazione è ancora in fase sperimentale e le aziende che la praticano si contano sulle dita di una mano», spiega la titolare Francesca Muner. «Seminarla ci ha permesso di tentare l’agricoltura in quota in aree altrimenti destinate all’abbandono, scoraggiando la raccolta dell’arnica in natura e preservando gli habitat montani. Raccogliendo le corolle nel momento migliore, otteniamo la massima concentrazione di principio attivo e durante la fioritura, il campo è tutto un volo di api e farfalle». Appuntamento alla festa dell’arnica, il 26 giugno! armo1191.it
Ogni anno in Italia si producono 300.000 tonnellate di fondi di caffè. Funghi Espresso ha trasformato questo scarto proveniente da bar e ristoranti in substrato di coltivazione per i Pleurotus, i cosiddetti funghi orecchioni, proteici e saporiti, perfetti in cucina. Il caffè viene compresso in forma di tronchetti su cui si “semina” il micelio e la coltivazione avviene poi in ambienti chiusi nei pressi delle città, quindi a chilometro zero, vicino a supermercati e punti di distribuzione (ma sono disponibili anche i kit per la fungaia domestica). Finito il ciclo, il substrato sfruttato dai funghi diventa compost. Questa virtuosa circular farm è nata dal progetto di educazione ambientale Dal caffè alle proteine dell’Istituto scolastico Ilio Micheloni di Lucca, coordinato da Rossano Ercolini e dall’agronomo Antonio Di Giovanni, fondatore di Funghi Espresso. funghiespresso.com
Alia Insect Farm, società agricola che si occupa di ricerca agro-alimentare, si prepara a immettere sul mercato i primi grilli made in Italy per alimentazione umana, come fonte proteica alternativa sostenibile. I grilli (Acheta domesticus) hanno un’altissima efficienza nella sintesi di proteine. Per esempio, per produrre un chilo di carne, una mucca deve cibarsi di 10 chili di mangime, e la filiera a monte impiega ben 15.500 litri d’acqua. «Per ottenere un chilo di grilli, invece, bastano due chili di vegetali», spiega la fondatrice Carlotta Totaro Fila. «Il nostro processo di atomizzazione dà una polvere proteica dal sapore neutro, perfetta per molte preparazioni alimentari. L’abbiamo già testata per produrre paste, cracker, muffin, smooties. Il calore generato dall’atomizzazione è riutilizzato per scaldare l’allevamento, in vertical-farm, per un sistema energetico a ciclo quasi chiuso». aliainsectfarm.it
Forever Bambù, con sede a Cernusco sul Naviglio (MI), coltiva 200 ettari di bambù gigante (Phyllostachis edulis) in quattro regioni del Nord Italia su terreni agricoli prima in abbandono, accorciando la filiera di una materia prima finora importata. Il suo modello di business circolare abbina alla produzione di biomassa – impiegata per la creazione di bioplastiche, ma anche arredi e accessori durevoli – la compensazione carbonica. Tali piante, infatti, sono coltivate in maniera biologica con un metodo che consente loro il massimo stoccaggio di carbonio. «A parità di clima, queste foreste catturano dall’aria fino a 36 volte più CO2 rispetto a un bosco misto», afferma il presidente e fondatore Emanuele Rissone. «Il nostro progetto Forever Zero CO2 consente alle aziende di qualsiasi dimensione di ridurre o azzerare la propria impronta carbonica, acquistando da noi quote di assorbimento della CO2 in foreste italiane visitabili». foreverbambu.com
Si definiscono briganti etici perché hanno dichiarato guerra all’abbandono del territorio, alla disoccupazione, allo sfruttamento delle multinazionali e ai prodotti chimici. Sono i contadini della start-up agricola Passo Ladro, fondata da Anthony Lops durante il primo lockdown, «con l’ambizione di ristabilire una giustizia sociale e far tornare la gente a mangiare prodotti sani prendendoci cura anche del nostro pianeta». Passo Ladro ha riscattato 250 ettari di terre incolte in Val di Noto, tornando all’antica arte del coltivare secondo le stagioni, ma con tecniche moderne tese al massimo risparmio idrico e alla rigenerazione del suolo. Il raccolto viene trasformato in delizie siciliane gourmet e bio – marmellate, salse, farina e olio – proposte a prezzo equo attraverso l’e-commerce. passoladro.it
Ogni agricoltore è costretto a scartare dal 20 al 70 per cento del suo raccolto per motivi estetici, perché non corrisponde agli standard imposti dai supermercati; parliamo di frutta e verdura che, anche se non sono belli, sono buoni. Per arginare questo sperpero, Camilla Arco e Luca Bolognesi hanno creato a Milano la filiera Bella Dentro, che recupera la produzione scartata acquistandola dagli agricoltori e la immette su un mercato parallelo. Parte della frutta viene venduta sfusa in due negozi, il resto è trasformato in conserve in collaborazione con L’Officina cooperativa sociale, che forma ragazzi con disturbi nella sfera dell’autismo e altre fragilità. belladentro.org
ZeroCO2 si occupa di progetti di riforestazione ad alto impatto sociale, supportando piccole comunità locali in aree minacciate dalla crisi ambientale; i contadini ricevono gli alberi di cui prendersi cura e vengono formati su come coltivarli per ricreare ecosistemi naturali. Così, chi decide di adottare una nuova foresta che assorbe CO2 si prende cura dell’ambiente e dei suoi paladini, con un sistema di tracciamento a QR code che permette a chi adotta le piante di seguirne la crescita. Fondata dai due under 30 Andrea Pesce e Virgilio Galicia, la start-up ha ottenuto una certificazione di performance sociale e ambientale BCorp con punteggio altissimo e ha piantato finora 387.000 alberi in Guatemala, Perù, Argentina e Italia. A Golfo Aranci, in Sardegna, ha appena lanciato anche il progetto di riforestazione sottomarina Posidonia, piantando 2.500 esemplari dell’omonima specie acquatica. zeroco2.eco/it